5.7.11

Dampyr 135 - ovvero a spasso nel tempo (post che avrei dovuto scrivere prima)


Lo so. Oggi esce l'albo successivo: "Harlan contro Draka".
(Che pare "Goldrake contro Mazinga").

Ma avevo già fatto la foto, e poi due parole per questa lunga avventura volevo spenderle.
Per leggere Dampyr bisogna stare attenti. la soglia di attenzione dev'essere innalzata, i sensi pronti e svegli, nessun disturbo esterno, nessuna distrazione.
Basta un niente. Il gatto che si gira, il bambino del vicino che accenna un pianto, qualcuno che sale dalle scale.
Devi ricominciare da capo.

Perchè Dampyr è accuratezza, è messa in scena, è scenografie, particolari, dettagli, teatro, cinema, romanzo e anche un po' di lanterna magica.
L'escursione nella Londra del 1890 funziona, appassiona, coinvolge. E' una saga di cui ci ricorderemo: i protagonisti non so.

Una postilla sui disegni.
Stefano Andreucci è perfettamente a suo agio con l'ambientazione, è piacevole soffermarsi sui volti dei personaggi, lo studio sulle espressioni, la recitazione appunto.
I suoi disegni sembrano perfetti. Poi ti avvicini, ti soffermi e ti perdi in quel tratto sporco, graffiato, ingannevole addirittura.

E negli inganni di Dampyr ci si perde sempre volentieri.

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