5.7.11

Dylan Dog 298 - ovvero nella testa del curatore killer


Ci sono storie di Dyd in cui Dylan Dog non serve.
Negli anni è capitato. Avresti potuto metterci un Brendon, un Martin Mystère, un Nathan Never e tutto sarebbe filato comunque. Quando succede significa che chi ha scritto la storia non è stato capace (o non ha voluto) sfruttare le caratteristiche peculiari del personaggio, quei segni distintivi che lo rendono unico e che ci guidano in un'avventura, convincendoci che solo con il nostro protagonista saremmo riusciti a risolvere la situazione in quel modo.

Il Dylan Dog di Gualdoni potrebbe essere chiunque. Se mi mettessi le lenti, potrei essere io con la camicia rossa e le Clark. Già nel Maxi 15 erano emerse alcune incongruenze, nella sceneggiatura della storia da lui scritta, che mi avevano lasciato perplesso.
Ora leggo quest'albo della serie regolare e non posso fare a meno di chiedermi: con quanta cura il curatore cura il personaggio?

Rispetto il lavoro di tutti (non è vero, sono un cazzo di irrispettoso), ma l'impressione che ho è che il difetto sia proprio nella mancanza di conoscenza sul protagonista che questa linea editoriale sta mettendo in campo.

Per carità, ognuno ha la sua formula per produrre il siero miracoloso che sappia far risuscitare una serie che, anno dopo anno, si è usurata uscendone esausta e non più coinvolgente.



Ma il personaggio c'è.
Giuda ballerino, se cè!

A me viene in mente la gestione Vietti/Piani del Nathan Never post 100, o la nuova vita di Tex.
Conoscendo le potenzialità di una figura come Dylan Dog, ma è proprio vero che nessuno sarebbe in grado di ripensare a un nuovo corso? Alla fine basterebbero delle buone storie. Non credo ci sia bisogno di altro.

Discorsi su continuty, bimestralità, fuochi d'artificio e guerriglia marketing, si squagliano come un golem a cui cancelli la 'e' dalla fronte, davanti a una buona storia.

Anche se non l'ho detto questo 'nella testa del killer' non è una buona storia.
Manca l'Edward Norton di Schegge di paura, il Michael C. Hall di Dexter, mancano gli attori.
Fosse un film, sarebbe un film male recitato.

La regia, a differenza del Maxi, stavolta c'è. Ma non basta, anzi non serve!

Comunque c'è un Dylan Dog che mi piace e che stanno assassinando.
Le idi di marzo versione 2.0, la congiura in diretta di fronte ai nostri occhi, pugnali che fendono il cuore di carta del nostro eroe.

Tu quoque, Gualdoni...

3 commenti:

  1. Comincio a chiedermi seriamente se alla Bonelli credano ancora nel personaggio o intendano farlo vivere esclusivamente di rendita...sempre più spesso compro l'albo e lo leggo solo dopo un fottìo di giorni, e mi è pure capitato di dimenticarmi del tutto l'uscita in edicola (raramente, per ora)...anni fa non mi succedeva, e la cosa mi fa francamente un pò girare le palle! A rischio di ripetermi sottolineo che l'affetto del lettore non basta, se continua a non essere corrisposto...persino Groucho potrebbe stancarsi di ironizzare sulla propria sfiga in queste condizioni...
    p.s. complimenti da un gattaro come il sottoscritto per il soggetto in foto...è ripreso a mò di citazione di cagliostro (colore del pelo a parte) per caso?

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  2. ogni volta che cerco un fumetto da leggere ci trovo un gatto sopra... le foto derivano solo da quello :)

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  3. Gatti sopra i fumetti...ennesima prova della loro sopraffina intelligenza. L'ultimo felino che ho avuto (non è più fra noi da tempo purtroppo) tentò all'epoca di pisciare su un voluminosa pila di Dylan Dog...col senno del poi credo fosse una velata critica alla futura involuzione della serie...

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È l'ultima cosa che potrete dire in questo posto. Pensateci bene prima di scrivere le solite cazzate...