29.9.11

Se muori siamo pari - ovvero ti amMakkox

L'odio.
Da fruitore di wikipedia potre dire che "l'odio è un sentimento umano (umano!) che si esprime in una forte avversione o una profonda antipatia. Lo distingue da questi ultimi la volontà di distruggere l'oggetto odiato, e la percezione della sostanziale "giustizia" di questa distruzione: chi odia sente che è giusto, al di là di leggi e imperativi morali, distruggere ciò che odia".

Sempre nella pagina di wikipedia troviamo in bella vista l'ideogramma cinese che rappresenta l'odio, sa'lcazzo perché


Ecco, adesso lasciatemelo fare!
Dopo anni che mi smaronano in ogni dove sui messaggi subliminali nascosti nei cartoni animati della Disney, sono giunto alla conclusione che il vero messaggio subliminale è che ci sono i messaggi subliminali. Ovunque.
Basta saperli e volerli leggere.
L'ho visto fare sull'internet e adesso lo faccio io. Guardate:


Dall'ideogramma cinese "odio" vediamo apparire, in modo neanche troppo velato, la scritta "Mak". "Makkox", capite?
Odio.

Perché Makkox è una persona buona. E le persone buone odiano.
Quelle cattive disprezzano, irridono, denigrano. Ma non hanno quel senso della giustizia tale per suscitarsi il moto inveterato denso di annientamento e rancore che solo un buono sa provare.
E' probabilmente in quel vituperato sentimento che si nasconde la scintilla che anima certe ispirazioni, il bosone di Higgs che, spogliato da tutti gli orpelli della materia, si nasconde tra le pieghe di quell'anima irrequieta, in un entanglement perfetto con la punta della penna.

Parlare di Makkox non è facile. Il rischio è sempre quello di lasciarsi ammaliare dalla sua bravura, dalla perfezione dei tempi, dal "dono" e adagiarsi in un "bravo", un "genio", un "sublime". Insomma, il rischio a parlare di Makkox è quello di ritrovarsi a fargli un pompino (dialettico) e smettere di pensare invece a quel che realmente ha fatto, a quali sono le sensazioni che è riuscito a trasmettere alla carta, magari soffermarsi anche sugli intenti, i significati, l'umanità.
E di pompini Makkox non ne ha proprio bisogno, perché (cazzo) è davvero bravo!


E' proprio nell'odio, comunque, che troviamo il filo conduttore di questo "Se muori siamo pari" (che, diciamolo subito, merita sicuramente una seconda lettura... quotidiana).
Non tanto in quello perpetrato dall'autore (che c'è), non in quello espresso dai protagonisti (che a volte è una coltellata), ma soprattutto in quello provato dal lettore, suscitato più che manifestato.

Perché in ognuno dei sei episodi proposti arriva il momento in cui si frantuma l'empatia con uno dei personaggi. E lo si odia. Per ciò che è, per il suo non essere stereotipato, per il suo non essere un segno colorato su un pezzo di carta, per la sua tragica, crudele, tangibile realtà. Lo si odia per quella parte di lui che è esistita nelle nostre vite, magari in noi.
Lo si odia per il suo modo di essere mamma di Cogne, fattore di Avetrana, casalinga di Voghera, disegnatore di Formia...

Attraverso le parole, ancor più che coi disegni, gli infimi segreti della gente normale vengono svelati.
I testi sono sofferti, crudi, rivelatori e riescono talvolta a sovrastare addirittura le illustrazioni. Pur azzardando una verbosità complessa e ricercata (non aulica, ma ricercata sì), le pagine non sono mai pesanti, l'occhio non tenta mai di imbrogliare, di passare oltre. No, il modo in cui è posizionata ogni parola, la cura e l'utilizzo del lettering, l'inelegante realismo dei discorsi: tutto è da gustare.

E così, di odio in odio, in un'alternanza  inquietantemente rassicurante, l'artista formiano ci trascina in un ruvido susseguirsi di situazioni senza epilogo, visioni incomplete di un mondo rassegnato. Si ferma sempre lì, sempre un attimo prima: sembra che ci tenga la mano in quel viaggio e invece ci accorgiamo all'ultima vignetta che lui non c'è, è già arretrato di qualche passo e ci guarda.
Siamo soli di fronte all'irrealizzazione, al dubbio, al cosa c'è dopo, e lo odiamo. Profondamente.
Odio.

Ecco, detto in due parole questo libro è fastidiosamente caustico. Detto in una parola è odio.
Detto senza parole è


Eppure mi piace!

3 commenti:

  1. Ho un problema con i fumetti!
    Non riescono mai ad appassionarmi.
    Lo ritengo un limite piuttosto grave, del quale mi dolgo un bel po'!
    :|

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  2. Isso, parti da qui http://www.ilpost.it/makkox/
    e poi vedi... se serve consulenza, sono qui nei paraggi :)

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  3. Ah, ma è un problema anche il non riuscire a NON appassionarsi di fumetti, quando scopri che la capienza domestica che si assottiglia sempre più può diventare un limite altrettanto grave...e nonostante tutto sei disposto a varcarlo, 'sto limite. Poi se i fumetti si litigano lo spazio con un discreto mazzo di dvd sci-fi et similia, cercare di muoversi nelle aree rimaste libere sì, duole un bel po'!

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