1.7.11

Di Montanari e di Grassani

Ci sono cose che non impari mai!
Istinti che dovrebbero soccombere all'esperienza e che invece  puntuali ti sorprendono.
A me capita con la pasticceria mignon.
Pur essendo goloso ci sono alcune forme che proprio non mi viene di scegliere, quelli quadrati, tozzi, con lo zucchero a velo sopra, insomma questi più o meno

Poi succede che rimangono lì, li metti in frigo e la mattina dopo ti costringi a prenderne uno, che mica vorrai buttarli via. Lo assaggi. Ti fermi. Lo riassaggi. E ogni cazzo di volta ti sorprendi di quanto buoni siano. Allora ti domandi perché non ne avevi preso uno ieri, che magari rischiavi anche che finissero, e che buoni che sono. Poi ripensi, ripensi a tutte le volte che sei stato protagonista di questa scena.
A tutti quei vassoi che hai estratto dal frigo con rammarico per poi ricrederti al primo morso.

A me capita anche con loro




Ogni volta che apro un albo di Montanari e Grassani c'è quella sensazione lì. Mi dimentico sempre che poi, alla fine, lo richiuderò soddisfatto (almeno dei disegni).
Vince quell'istinto, quello che mi fa mettere i pasticcini in frigo.

E così vale anche per l'ultimo Maxi DD. E' lì da un paio di giorni, accoccolato sul divano, in bilico tra l'oblio e il pavimento.


Se non fosse stato che stamattina, mentre mi lavavo i denti, ho letto questo non lo avrei ancora preso in considerazione per un po'. Invece ho lasciato tutto ad aspettare, e mi sono letto quantomeno l'ultima storia.

Cosa ne penso è un altro discorso però.

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